Cosa è la nomofobia

Cosa è la nomofobia?

Tabella dei Contenuti

Introduzione

L’uso eccessivo degli smartphone può portare a quella che viene definita “nomofobia“, ovvero la paura di essere disconnessi o lontani fisicamente dal proprio telefono cellulare.

La nomofobia è un fenomeno sempre più diffuso, soprattutto tra le generazioni più giovani, che sono cresciute con questi dispositivi a portata di mano. Molte persone provano ansia, stress e persino sintomi fisici quando non hanno accesso al proprio smartphone o quando la batteria si sta esaurendo.

"Il nostro rapporto con gli smartphone non è una relazione sana. Siamo costantemente in cerca della loro approvazione e del loro intrattenimento, trascurando le persone e il mondo che ci circondano."

Quando e come nasce la parola nomofobia?

Il termine “nomofobia” è un neologismo che deriva dall’espressione inglese “no-mobile-phone phobia”, che si traduce in “paura di non avere il telefono cellulare”. Questa parola è stata coniata nel 2008, durante una ricerca realizzata dal UK Post Office per descrivere il fenomeno della paura e dell’ansia di rimanere senza telefono. Soffre di nomofobia chi va in ansia e il suo livello di stress aumenta se ha il telefono con la batteria scarica oppure se lo smarrisce anche se solo per pochi minuti. Secondo lo studio dell’UK Post Office, nel 2008, il 53% della popolazione del Regno Unito aveva questo disturbo.

10 comportamenti caratteristici della nomofobia

  1. Controllare ossessivamente lo schermo del telefono per verificare la presenza di nuove notifiche, messaggi o chiamate, e monitorare frequentemente il livello della batteria per evitare che il dispositivo si spenga.
  2. Tenere il telefono cellulare sempre acceso, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per paura di perdere comunicazioni importanti.
  3. Portare il cellulare o il tablet a letto, spesso utilizzandoli fino a tarda notte o controllando le notifiche appena svegli.
  4. Utilizzare lo smartphone in contesti inappropriati o in situazioni in cui sarebbe preferibile prestare attenzione all’ambiente circostante, come durante i pasti, le riunioni di lavoro o le interazioni sociali.
  5. Provare ansia, disagio o irritabilità quando il telefono non è a portata di mano, quando si esaurisce la batteria o quando non c’è copertura di rete.
  6. Avere difficoltà a concentrarsi su un’attività senza controllare frequentemente lo smartphone per le notifiche o gli aggiornamenti.
  7. Utilizzare lo smartphone come meccanismo per affrontare l’ansia, la noia o la solitudine, invece di affrontare direttamente queste emozioni.
  8. Sentirsi incompleti o persi senza il proprio smartphone, come se fosse un’estensione del proprio corpo o della propria identità.
  9. Esperire sintomi fisici come il “phantom vibration syndrome”, ovvero la sensazione illusoria che il telefono stia vibrando anche quando non lo è.
  10. Portare costantemente con sé uno o più dispositivi e relativi caricabatterie o power bank, nel timore di rimanere senza carica e quindi disconnessi.


È importante sottolineare che l’uso frequente dello smartphone di per sé non indica necessariamente la presenza di nomofobia. 

Molte persone utilizzano il telefono in modo intensivo per lavoro o per rimanere in contatto con i propri cari, senza sviluppare una dipendenza patologica. La nomofobia si manifesta quando l’uso del telefono diventa una fonte di ansia e di malessere, interferendo con le normali attività quotidiane e le relazioni interpersonali.

Cause della nomofobia

La nomofobia è un fenomeno complesso che può essere influenzato da diversi fattori psicologici e sociali.
Le cause sono multiformi e coinvolgono fattori di rischio psicologici, genetici e socio-ambientali. I giovani adulti sono più vulnerabili, con alcuni studi che suggeriscono una maggiore prevalenza nelle donne. Tratti psicologici come bassa autostima, introversione e impulsività sono associati alla nomofobia. Essendo una dipendenza comportamentale, vanno considerati anche fattori di rischio generali come predisposizione genetica, difficoltà nella regolazione emotiva, presenza di altri disturbi mentali e fattori socio-ambientali avversi.

La crescente digitalizzazione del lavoro e delle relazioni sociali, possono contribuire alla diffusione della nomofobia. In un contesto in cui essere sempre reperibili e connessi è diventato la norma, può essere difficile per le persone stabilire dei limiti sani nell’uso della tecnologia. Il modo stesso in cui le applicazioni sono costruite ha un impatto enorme sui comportamenti delel persone.

Pressione sociale e FOMO (Fear of Missing Out)
In un mondo sempre più connesso, molte persone temono di essere escluse o di perdere opportunità importanti se non sono costantemente online. La paura di essere tagliati fuori dalle conversazioni, dagli eventi o dalle notizie può spingere le persone a controllare ossessivamente il proprio smartphone.


Gratificazione istantanea fornita dalle app e dai social media
Le applicazioni e i social network sono progettati per catturare l’attenzione degli utenti e fornire una gratificazione immediata attraverso like, commenti e notifiche. Questa gratificazione può creare un circolo vizioso, spingendo le persone a cercare sempre più spesso il piacere derivante dall’interazione online.


Escapismo dalla realtà e dalle emozioni negative
Per alcune persone, lo smartphone può diventare un rifugio dalla realtà e un modo per evitare di affrontare emozioni difficili come la noia, la solitudine o l’ansia. Immergersi nel mondo virtuale può offrire una temporanea sensazione di sollievo, ma a lungo termine può alimentare la dipendenza dallo smartphone.

Conseguenze della nomofobia

La nomofobia può avere diverse conseguenze negative sulla vita delle persone, sia a livello individuale che sociale. Ecco alcune delle principali problematiche legate a questa dipendenza.

Impatto sulla salute mentale
L’uso eccessivo dello smartphone e l’ansia costante di essere disconnessi possono contribuire allo sviluppo di problemi come stress, ansia e depressione. Le persone affette da nomofobia possono sperimentare sintomi come difficoltà di concentrazione, irritabilità e disturbi del sonno, che a lungo termine possono compromettere il benessere psicologico.

Effetti sulle relazioni interpersonali
La dipendenza dallo smartphone può influire negativamente sulla qualità delle relazioni interpersonali. Quando le persone sono costantemente concentrate sul proprio telefono, possono trascurare le interazioni faccia a faccia e le occasioni di connessione emotiva con gli altri. Questo può portare a un indebolimento dei legami sociali e a una sensazione di isolamento, nonostante la connessione virtuale costante.

Riduzione della produttività e della concentrazione
La nomofobia può avere un impatto negativo anche sulla sfera lavorativa e scolastica. Il controllo compulsivo del telefono e la difficoltà a resistere alle distrazioni digitali possono ridurre la produttività e la capacità di concentrazione. Questo può portare a un calo delle prestazioni e a una maggiore difficoltà nel raggiungere gli obiettivi prefissati.

Oltre a queste conseguenze individuali, la nomofobia può avere ripercussioni anche a livello sociale. L’uso eccessivo degli smartphone può contribuire a una diminuzione delle interazioni faccia a faccia e a una maggiore dipendenza dalla tecnologia per la comunicazione e l’intrattenimento. Questo può portare a una progressiva erosione delle abilità sociali e a una minore capacità di gestire le relazioni interpersonali nella vita reale.

È importante sottolineare che la nomofobia non colpisce solo le generazioni più giovani, ma può riguardare persone di tutte le età. Con la crescente digitalizzazione della società, è fondamentale promuovere un uso consapevole e bilanciato degli smartphone, al fine di prevenire lo sviluppo di dipendenze e di preservare il benessere psicologico e sociale delle persone.

"In un mondo iperconnesso, la sfida non è rimanere connessi, ma trovare il coraggio di disconnettersi e di essere presenti nel momento."

Soluzioni

Sicuramente non puoi trovare la soluzione in un articolo di un blog. La situazione è grave quando interferisce e condiziona negativamente aspetti della tua vita come il lavoro, la relazione con te stesso o con gli altri. In questo caso il mio consiglio è di rivolgersi a uno psicoterapeuta

La mia esperienza personale, e l’approfondimento scientifico che ho fatto in questi anni sull’argomento, mi permettono di dire che le pratiche naturali di benessere olistico possono contribuire alla cura o quanto meno nell’alleviare la sintomatologia.

Per esempio mi riferisco allo yoga e alla mindfulness. Ma anche ai bagni di foresta, alla danza consapevole e al metodo Wim Hof. Sono guida e istruttore di queste ultime tre pratiche che hanno impattato positivamente sulla mia vita, aiutandomi a tenere sotto controllo con maggiore facilità comportamenti a rischio dipendenza come l’abuso di alcol o l’uso eccessivo dello smartphone. Puoi leggere la mia storia completa qui, di come sono passato dall’essere sul punto del burnout a un risveglio spirituale e una connessione profonda con me stesso e l’Universo.

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Cosa dice la ricerca scientifica

Ho selezionato 4 articoli che analizzano la letteratura fino ad ora prodotta.

  • León-Mejía, A. C., Gutiérrez-Ortega, M., Serrano-Pintado, I., & González-Cabrera, J. (2021). A systematic review on nomophobia prevalence: Surfacing results and standard guidelines for future research. PloS one, 16(5), e0250509. https://doi.org/10.1371/journal.pone.0250509

    Questo studio ha esaminato 108 articoli pubblicati fino al 1° gennaio 2020, evidenziando una grande varietà nei risultati sulla prevalenza di nomofobia a causa della diversità nei criteri di misurazione. Gli autori hanno proposto linee guida standard per futuri studi per uniformare la ricerca e migliorare la comparabilità dei risultati.

  • Jahrami, H.; Trabelsi, K.; Boukhris, O.; Hussain, J.H.; Alenezi, A.F.; Humood, A.; Saif, Z.; Pandi-Perumal, S.R.; Seeman, M.V. The Prevalence of Mild, Moderate, and Severe Nomophobia Symptoms: A Systematic Review, Meta-Analysis, and Meta-Regression. Behavioral Sciences, 2023, 13, 35. https://doi.org/10.3390/bs13010035

    Questa meta-analisi ha incluso 52 studi con 47,399 partecipanti, rivelando che il 20% ha sintomi lievi di nomofobia, il 50% sintomi moderati e il 20% sintomi gravi. I risultati mostrano che gli studenti universitari di culture non occidentali sono i più propensi a soffrire di sintomi gravi.

 

  • Rodríguez-García, A.-M.; Moreno-Guerrero, A.-J.; López Belmonte, J. Nomophobia: An Individual’s Growing Fear of Being without a Smartphone—A Systematic Literature Review. Int. J. Environ. Res. Public Health 2020, 17, 580. https://doi.org/10.3390/ijerph17020580

    La revisione sistematica ha analizzato 42 articoli che esplorano principalmente la prevalenza di nomofobia tra adolescenti e studenti universitari. Gli studi indicano che la nomofobia influenza negativamente la personalità, l’autostima, l’ansia, lo stress e le prestazioni accademiche.

  • Humood, A.; Altooq, N.; Altamimi, A.; Almoosawi, H.; Alzafiri, M.; Bragazzi, N.L.; Husni, M.; Jahrami, H. The Prevalence of Nomophobia by Population and by Research Tool: A Systematic Review, Meta-Analysis, and Meta-Regression. Psych 2021, 3, 249-258. https://doi.org/10.3390/psych3020019

    Questo articolo presenta una meta-analisi di 20 studi, rivelando che il 70.76% delle persone presenta nomofobia da moderata a grave, con una prevalenza del 20.81% per la nomofobia grave. Gli studenti universitari sono il gruppo più colpito, suggerendo la necessità di interventi mirati.

Altre risorse web in italiano

Ho selezionato 3 risorse che aggiungono aspetti che io non ho approfondito o guardano da altri punti di vista.

Con pratiche supportate scientificamente, attraverso il contatto con la Natura selvaggia dentro e fuori di te, posso aiutarti a essere felice, forte e in salute.

Istruttore Wim Hof Method | Terapista forestale | Dj Ecstatic Dance | Guida escursionistica

Studio gli effetti dell’uso dello smartphone e le soluzioni per contrastarli attraverso la Natura

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